Come guarire da un disturbo alimentare: risorse e tempi. Quali strategie per guarire da un DCA? E’ possibile guarire da un DCA?
Parleremo in questo breve articolo delle condizioni necessarie per una guarigione da un disturbo alimentare
LA NOSTRA ESPERIENZA
Durante questi anni, le nostre attività si sono modifiche cercando di integrare maggiormente ogni atto clinico, classico e non, per tentare di accogliere meglio possibile il malessere fisico e mentale; ricordando, quanto questa tipologia di disturbi psichiatrici possegga il più alto tasso di morte suicidario e dato da complicanze mediche generali.
La nostra esperienza ci ha mostrato come i cambiamenti socio culturali e ambientali abbiano un’influenza diretta sull’insorgenza della psicopatologia di questi disturbi.
Difatti, si è confermato quanto riportato in letteratura, ovvero, che l’età di esordio si sia abbassata fino al periodo pre-puberale e soprattutto il rapporto d’incidenza di genere sia mutato, nella anoressia nervosa con un aumento di casi di genere maschile rispetto al passato, nella bulimia come nel disturbo d’alimentazione incontrollata il rapporto è di circa 1:1. Inoltre, si può osservare come i cardini sintomatologici dei DCA, siano divenuti meno compartimentalizzati e soggetti ad una migrazione trans-diagnostica dove vi è maggiore difficoltà nell’inquadramento.
Villa Miralago, I Centri Ananke e FOOD FOR MIND (tutte realtà dirette dal Dr. Leonardo Mendolicchio) rappresentano luoghi dove si applica una chiara filosofia di cura.
I TEMPI DI CURA
Quando si entra nel “tunnel” di un disturbo alimentare è necessario sapere due cose. La prima è che ci vorrà del tempo per guarire; la letteratura scientifica dice che i tempi medi di un percorso terapeutico sono di circa 5 anni (comprendendo tutti le fasi e i livelli assistenziali).
La seconda è che la cura dei DCA ha bisogno di importanti risorse in termini di figure professionali dedite alla cura e in termini di dedizione. I centri con poco personale e poco qualificato, i luoghi con limitazioni di spazi, di tempi e di orari, non posso offrire una buona qualità di cura. In Italia purtroppo ci sono ancora molti ambulatori con poche figure professionali, con scarse risorse e soprattuto scarsamente ricettivi a causa di scarse disponibilità di risorse.
Altresì, ci sono ancora molti approcci che affermano di curare i DCA con un numero di incontri o sedute prestabilite oppure con tempi molto brevi. Tali approcci non tengono conto di un aspetto fondamentale di un disturbo alimentare, ovvero il senso profondo, storico, emotivo, familiare e strettamente personale che il cibo ha per ogni essere umano.
L’”atto dell’alimentazione” è un atto etico profondo, non solo cognitivo, non solo comportamentale. Non capire questo vuol dire evitare di toccare aspetti radicali del disturbo e di certo non aiuto i processi di cura.
La cura di un DCA merita attenzione, dedizione, rispetto di tutti gli aspetti che riguardano il paziente. L’applicazione di protocolli rigidi e con tempi contingentati è un gravissimo errore.
RISORSE E MODELLO TEORICO
Il modello di cura attuato da noi è integrato, multidisciplinare e analiticamente orientato. L’equipe è multidisclipinare, coinvolge nella cura profili diversificati questa è sicuramente la strategia per poter governare e gestire al meglio, la numerosità e la complessità psico-fisica della nostra utenza.
Il focus rimane sempre sul paziente attraverso un continuo confronto tra le figure professionali per poter elaborare ogni aspetto terapeutico del percorso di cura, ove gli aspetti dietologici nutrizionali sono sempre e costantemente connessi agli aspetti emotivi, cognitivi e relazionali.
I piani dietologici, le tipologie di menù sono elementi che non vengono mai valutati a prescindere, ma sempre indirizzati sui bisogni di cura del nostro paziente. Le nostre realtà si basano su una visione di cura analiticamente orientata, che ha nel suo aspetto più radicale l’idea che un sintomo psicofisico sia la risultante di una serie di passaggi profondi ed inconsci che poi si manifestano attraverso la sofferenza più evidente.
Una cura analiticamente orientata lavora innanzitutto sulla profondità, non con lo scopo di trovare chissà quale verità, ma con l’obiettivo di permettere ad ogni essere umano di essere libero da ogni condizionamento inconscio, da ogni sintomo che ingabbia la sua vita, risolvendo le cause profonde e non gli aspetti superficiali.
A tal proposito la cura dei DCA non passa attraverso la sola correzione dei comportamenti alimentari patologici, non passa esclusivamente attraverso le modificazioni del peso o del metabolismo, tutt’al più il lavoro è centrato sugli aspetti profondi di sofferenza che modificati producono come effetto un miglioramento degli aspetti sintomatici alimentari.
Il miglioramento clinico è sempre una risultante di un cambiamento profondo che, tra l’altro, è di garanzia per una tenuta futura e stabile dei risultati raggiunti.
Per aiutare le persone e le famiglie a riconoscere i disturbi alimentari, ho creato una guida che parla della sintomatologia e delle azioni da compiere per gestire la situazioni.
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