Pubblicato da Martina Lerotti 18 gennaio 2021

Sport e DCA

Nella società odierna il concetto di sport e di fitness è sempre più correlato al significato di benessere, al bisogno di stare in salute, di sentirsi in forma, bene con il proprio corpo e con sé stessi, è considerato un valore assoluto.

 

Ma chi dice che questa attitudine non sia dannosa a qualcuno?

  

Sono oltre 3 milioni gli italiani che soffrono di Disturbi del comportamento alimentare di cui 2,3 milioni sono adolescenti. Nel 2015 i soggetti di età compresa tra i 10 e i 19 anni che praticavano sport erano circa 2,7 milioni, corrispondenti a circa il 48% degli adolescenti totali in quella fascia d’età, ciò vuol dire che metà della popolazione adolescenziale in target da DCA risultava praticare sport o attività fisica.

Purtroppo non sempre lo sport e l’attività fisica svolgono una funzione positiva come dovrebbero. Secondo molti autori possono rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza di DCA associati a disturbi dell’immagine corporea, spingendo i soggetti praticanti ad adottare severi regimi alimentari, svolgere esercizio estremo o ad abusare di sostanze chimiche.

I Disturbi del comportamento alimentare nei soggetti praticanti sono rappresentati da patologie classiche come Anoressia e Bulimia ma anche da Dismorfia Muscolare, Triade dell’atleta femmina, Anoressia Atletica e la sindrome da Overtraining.

La Dismorfia Muscolare è un disturbo caratterizzato da un’importanza eccessiva per la propria massa muscolare oppure per un supposto difetto nell’aspetto estetico, accompagnata da componenti percettive, affettive e comportamentali che interferiscono con le attività quotidiane. Questa preoccupazione causa disagio clinicamente significativo.

La Triade dell’atleta femmina è una sindrome costituita dall’associazione di comportamenti alimentari non salutari e disfunzionali, amenorrea quindi un’alterazione significativa del ciclo mestruale che nella pratica di sport di resistenza si associa anche un calo ponderale e una bassa percentuale di massa grassa. Conseguentemente si va incontro ad una diminuzione della densità minerale ossea e quindi maggior rischio fratture (osteopenia – osteoporosi).

Anoressia atletica: all’inizio degli anni 90’ si scoprirono molti casi di atleti che pur di essere più prestanti durante la performance atletica andavano incontro ad un vero e proprio disturbo alimentare. Paura di ingrassare pur essendo sottopeso, introiti calorici ed eccessivo esercizio fisico, abbuffate e condotte di eliminazione sono i segni caratteristici di questa patologia.

La Sindrome da Overtraining è una vera e propria dipendenza da sport che consiste in uno squilibrio dell’allenamento indotto da un’attività fisica praticata con tale intensità e continuità da non permettere all’organismo di smaltire la fatica e la stanchezza accumulata.

La prevalenza di DCA è più alta negli atleti in particolare nel genere femminile e negli sport detti “estetici” in cui viene enfatizzato l’aspetto appunto estetico.

Non sono disturbi facilmente identificabili in questo mondo perchè in primo luogo molti comportamenti sintomi come l’iperattività e diete restrittive sono considerate “normali”. Inoltre perché l’ambiente sportivo in sé porta gli atleti all’astenersi dal chiedere aiuto per paura di deludere i propri sostenitori quali gli allenatori e la famiglia.

È quindi fondamentale trovare un protocollo, una possibilità d’intervento come ad esempio sottoporre i soggetti a screening specifici per i DCA, coinvolgere lo psicologo ed il nutrizionista nel team sportivo, educare allenatori, preparatori atletici e soprattutto tutti coloro che lavorano nelle palestre, facendo conoscere queste patologie, le problematiche correlate per imparare a riconoscerle tempestivamente.

La figura del Chinesiologo quindi il professionista dell’attività fisica e sportiva, risulta fondamentale sia nelle società sportive in supporto agli atleti, sia nelle palestre dove spesso c’è una scarsa informazione. Grazie alle nostre competenze possiamo personalizzare e monitorare l’attività fisica secondo i corretti parametri per migliorare la qualità di vita e di salute come per esempio mantenere un buono tono muscolare, evitare l’osteopenia, l’ipotermia e le malattie cardiocircolatorie, migliorare l’efficienza cardiovascolare e respiratoria, la mobilità e se presente in caso di pazienti obesi controllare il diabete.

Soprattutto l’attività fisica è momento di condivisione ed unione quindi anche un grande vantaggio sulla sfera psico-sociale ed emotiva di queste persone che tendono ad isolarsi.

   




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